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Associazione di Volontariato |
Caso Pistorius e tante altre "piccole" cose
di Marisa Melis
QUOTIDIANO SARDEGNA del 18 febbraio 2013
Nel nostro quotidiano abbiamo bisogno di storie positive, di miti che ci fanno sognare.
Chi vive a contatto con la disabilità gioisce per una scoperta fatta nel campo medico scientifico, quando qualche ragazzo con problemi ottiene importanti risultati, sia sul campo scolastico che sul campo sportivo.
Sono belle soddisfazioni che ti aiutano a sperare nel futuro.
Nello specchio della nostra mente guardando loro, noi vogliamo vedere i nostri figli.
Speriamo che i nostri raggiungano quei livelli, ciò ci potrebbe inorgoglire, sarebbe la giusta ricompensa per una vita di corse, di incomprensioni e chiarimenti con gli addetti che dovrebbero semplificare il cammino dei nostri cari.
Veder correre Pistorius ha dato emozioni fortissime a tanti ma, soprattutto a persone in carrozzina che hanno perso parte degli arti.
Quanti hanno sognato di imitarlo?
Era l’eroe della disabilità, le sue gambe in fibra di titanio hanno raggiunto risultati enormi.
Comunque lui incarnava i sogni belli della categoria (passatemi il termine) delle persone con disabilità.
Siamo rimasti delusi perché l’avevamo mitizzato, non pensiamo che per certe persone esistano poi degli epiloghi tragici.
Queste sono le realtà e dobbiamo accettarle.
Scopro che una città fiorentina seguendo l’esempio di altre due città del nord, ha messo in strada i cassonetti per le persone con disabilità.
Caspita non è una genialata da libri di tecnica, ma è molto utile per chi non può raggiungere l’altezza per aprire il cassonetto. Basta far richiesta al Comune della chiavetta per usufruire di quel servizio.
Non ci vuole neppure un grande studioso per abbassare i bancomat e rendere le tastiere accessibili alle persone in carrozzina o con statura piccola. Cosa serve mettere la scala per evitare i gradini alla persona con disabilità se poi ci si trova davanti un’altezza bancomat non adeguata a loro?
Quante cose si potrebbero migliorare consultando la persona con disabilità?
Comunque sperando in positivo, il mio sguardo è rivolto ai risultati sulla sperimentazione del fenofibrato come terapia aggiuntiva nell’epilessia frontale notturna farmaco-resistente, credo e spero molto nei risultati di questo studio.
L’equipe che sta lavorando è tutta sarda. Sarebbe un regalo bellissimo liberare o far diminuire le crisi a tutte le persone come mia figlia che sono schiave di questa epilessia.
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